Con Oltre le mura, la collocazione a cielo aperto di scenografiche istallazioni e gruppi scultorei intende segnare lo spazio di Soave, Borgo dei Borghi 2022, da una nuova, diversa prospettiva, nell’impatto visivo tra il mondo del passato e l’oggi senza tempo, in perfetto connubio con l’idea sottesa e da sempre presente nell’ opera di Bruno Lucchi, poliedrico artista trentino di Levico Terme, profondamente radicato nella sua terra, fervido ed instancabile interprete di forme contemporanee ricche di rimandi ad una arcaica espressività.
Dalle sue mani nascono forme in equilibrio tra astrazione e figurazione, in un linguaggio nitido ed essenziale, di immediata leggibilità. Tale percorso di ricerca artistica si evolve in tappe susseguenti nel tempo, segnate da una intensa attività espositiva, con oltre duecento mostre personali e collettive in sedi pubbliche e private in Italia e all’estero, testimoniate e corredate da ricca documentazione bibliografica.
Significativamente lo scultore trentino si avvale, oltre che della fusione in bronzo, di altri materiali derivati dalla natura e pertanto con essa perfettamente compatibili, come la terra, nella veste aggiornata del semirefrattario o semire, e del suo connubio con l’acciaio corten. Con tali materiali si configurano tipologie di opere diverse che, liberamente raggruppate, danno vita a imprevedibili narrazioni: con Oltre le mura, in punti strategici dell’antico borgo di Soave si compie l’entusiasmante dialogo tra la statuaria fisicità contemporanea e la memoria di luoghi e architetture cariche di storia. In tale prospettiva ideale si pongono Tra memoria e visione, all’accesso di Porta Verona e il pensoso Custode dei Sogni sul balcone del Palazzo di Giustizia.
A seguire, nella Piazzetta Unicredit si trovano le eleganti figure femminili Contemplazione, Donna sogno e Fierezza, e la Penelope dietro al cancello del parco Zanella.
Grandi steli policrome a bassorilievo, verticali e circolari, segnano la salita alla chiesa dei Domenicani, echeggiando arcaici significati.
Di notevole impatto scenografico l’importante istallazione nel cortile del Palazzo del Capitano, con le strutture in acciaio corten Finestra Equilibri e la Barca della Naiade, oltre alla Foresta degli oracoli, ieratiche figure androgine proiettate verso il cielo.
A compimento del progetto, nell’approssimarsi delle festività natalizie, nella Torre Cangrande della Scala trova collocazione la serie scultorea in semire a grandezza naturale che dà vita alla narrazione sacra dell’Incarnazione, che inizia dall’Annunciazione, seguita dalla La coppia in cammino, il viaggio verso Betlemme di Giuseppe e Maria in attesa del Figlio, e infine Il Bambino adagiato e innalzato in una culla in ferro per essere mostrato al mondo.
La narrazione sacra è accompagnata dalle sette simboliche pietre miliari con le Antifone maggiori, invocazioni in latino cantate nei giorni precedenti il Natale, di cui ogni cippo riporta la parola iniziale.
Esente da facile retorica, questo percorso di Avvento accompagna il visitatore in un clima spirituale sereno e pacificante che Bruno Lucchi ha fatto proprio, come occasione autentica di riflessione sui temi sacri della cristianità.
Nel superamento della fisicità, attraverso forme simboliche, allusive al mondo interiore e alla storia dell’uomo, Bruno Lucchi consegna la sua opera, punto di vista capace di interrogare, di diventare essa stessa spazio, tempo, memoria, presenza.
Carmela Perucchetti
Al tempo che la Natura nella sua possente energia,
concepiva ogni giorno figli mostruosi, avrei voluto vivere vicino a una giovane
gigantessa, come un gatto voluttuoso s'accuccia ai piedi d'una regina.
Avrei voluto contemplare il suo corpo fiorire con
la sua anima e crescere liberamente in terribili giochi; indovinare, dalle
umide brume che fluttuano nei suoi occhi, se il suo cuore covi un'oscura fiamma;
percorrere, a volontà, le sue magnifiche forme:
arrampicarmi sul pendìo delle sue ginocchia enormi, e qualche volta, l'estate,
quando soli malsani
la fanno, stanca, distendersi attraverso la
campagna, dormire buttato all'ombra dei suoi seni, come un quieto casolare
all'ombra d'una montagna.
Charles Baudelaire
La sua paura è che diventino soprammobili. Comuni pezzi d'arredamento sistemati senza attenzione, senza rispetto per la loro natura astrale e sacrale, per la loro vocazione a testimoni di un altrove di cui l'uomo ha nostalgia ma nessuna memoria. Per questo, le figure di Bruno Lucchi vivono su piedistalli che le isolano dagli uomini per non interromperne il dialogo con le energie del creato. Senza spazio queste figure non vivono. Perchè figlie dei quattro elementi. L'aria e la terra che le formano, il fuoco che le cuoce, l'aria e la luce che le pervadono. Aria e luce che piovono dalle pareti a vetrata del grande, chiarissimo, felice atelier dell'artista. Vetrate che si affacciano sul verde smagliante dello storico parco del Imperial Grand Hotel Terme di Levico, già residenza estiva dell’ Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Lo studio in cui l'artista lavora è tutt'uno con la galleria dove si dispiega l'inesauribile produzione di Lucchi scultore, ceramista, designer. Uno scaffale ingombro di volumi e riviste d'arte separa gli spazi dell'esposizione dai luoghi deputati della creazione: vasti piani di lavoro, due forni di cottura (uno grande uno più piccolo), ripiani affastellati di figure ai vari stadi di lavorazione, strumenti di ogni tipo in un disordine solo all'apparenza casuale, statue monumentali che dal giardino vegliano come custodi sul lavoro del loro autore.
Chi passa può trovarlo qui, impegnato a fermare nell'argilla un'intuizione, ad inseguire nella forma la perfezione. Sono tre, quattro, forse cinque le sculture di prova che separano l'idea dal risultato finale, dal raggiungimento della forma definitiva, perfetta. Quella che oltre a rimanere terra sarà anche tradotta nel bronzo. Per Lucchi la perfezione sta nel sottile equilibrio della sproporzione. In quella tensione ascensionale che imprime ad ogni singola figura lo slancio verso territori desiderati e forse mai esplorati. Lo slancio che la ricongiungerà a quella che è insieme origine e meta. L'armonia cosmica.
Beba Marsano
Benvenuti nel mio sito web. Sono nato nel 1951 a Levico Terme in Trentino, dove vivo e
lavoro. Ho iniziato ad esporre da professionista nel 1991 ed ho al mio attivo
più di 200 mostre personali in musei, sedi pubbliche e prestigiose gallerie in
Italia e all’estero. La mia ricerca abbraccia
materiali come il bronzo, il semire, la porcellana, l’acciaio corten e il
mosaico. Sono autore di importanti opere pubbliche di grandi dimensioni,
ben quattro navi della Costa Crociere solcano i mari con le mie sculture .
Le mie opere sono disponibili per mostre ed eventi anche in Plein air per gallerie ed enti pubblici.
Sculture, Mostre, Fotografia.
Via Marconi, 87
Levico Terme (TN)
38056
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